Lemański, Janusz2022-08-052022-08-052009Colloquia Theologica Ottoniana, 2009, nr 2, s. 55-106.1731-0555http://theo-logos.pl/xmlui/handle/123456789/276La pericope di Gen 24 viene vista come un ponte che permette di continuare la linnea narrativa della prima coppia dei patriarchi (Abramo/Sara) nei loro discendenti (Isacco/Rebeca) e collegarla con le tradizioni di Giacobbe. Un’analisi contestuale e narrativa espone la fede di Abramo nel compimento di tutte le promesse (cf. Gen 12,1-3), e i dubbi di un suo servo anonimo. Allo stesso tempo permette di sottolineare la corrispondenza della fede del patriarca alla disposizione di Rebeca d’entrare nella linea delle promesse Divine e la providenza di Dio in effettuare questo processo. La persona di Rebeca fa un ponte tra le tradizioni di Abramo e quelle di Giacobbe, aiutando allo stesso tempo - grazie al collegamento con Isacco - di eliminare la preesilica, negativa valutazione di Giacobbe stesso (cf. Os 12,1-4). Lo stile della narrazione corrisponde alle esigenze dell’epoca postesilica é le loro difficoltà nel mantenere la fede nelle promesse patriarchali. Da un lato nel testo viene sottolineata la provvidenza divina alla quale si deve avere una fiducia, e da un altro si esprime la spiegazione del motivo perchè dopo l’esilio babilonese fu così importante di evitare il prendere una moglie al di fuori del proprio clan.plAttribution-ShareAlike 3.0 Polandhttp://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/pl/BibliaPismo ŚwięteStary TestamentRdz 24RebekaSarajahwizmpatriarchowieAbrahamteologiaIzaakEzawJakub patriarchaegzegeza biblijnaperykopakapłaniduchowieństwoBibleOld Testamenttheologyegzegezaexegesisbiblical exegesispriesthoodclergyIsaacRebeka, następczyni Sary (Rdz 24)Rebecca, la successore di SaraArticle