Polonia Sacra, 2001, R. 5 (23), Nr 8 (52)
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Przeglądaj Polonia Sacra, 2001, R. 5 (23), Nr 8 (52) wg Autor "Filipič, Mirjana"
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Pozycja πρός νουθεσίαν ήμών – „Ku pouczeniu nas”: Pawłowa typologiczna interpretacja eksodusu w 1 Kor 10, 1-11Filipič, Mirjana (Wydawnictwo Naukowe Papieskiej Akademii Teologicznej w Krakowie, 2001)Nell'articolo viene sviluppata la ricerca del metodo tipologico di Paolo, usato nel 1 Cor 10, 1-11 e sulla base di essa viene sottolineata la sua originalità nella presentazione degli eventi del primo esodo. Dopo la presentazione della triplice struttura del testo (esempio storico, motivazione dell'esempio, ammonimento) viene mostrata la dinamica interiore del brano, nella quale domina il rapporto tra „padri nostri” (tutti, alcuni di loro) e cristiani di Corinto. Si compara la situazione della generazione nel deserto con quella del Corinto attuale nello stato di desiderare le cose cattive dopo aver sperimentato le grandi opere di Dio. La reazione punitiva di Dio sulla generazione degli Israeliti nel deserto viene espressa come ammonizione per i cristiani di Corinto, per i qualiè arrivata la fine dei tempi. In tutto questo Paolo predispone la classica typologia degli eventi di Dio nel deserto con i sacramenti del Battesimo e dell'Eucaristia, ma non la sviluppa. L'aspetto metodologico di Paolo viene mostrato nel parallelismo tra i versetti 6 e 11, nei quali la parola τύπος rappresenta il concetto di relazione che trova il suo vero significato solo nell'applicazione alla situazione concreta. Se τύπος si basa sugli avvenimenti storici, l'insegnamento è legato alla parola scritta, compresa nel suo senso pieno, escatologico. Nell'esperienza positiva di Dio nel deserto (v. 1 b-5) viene sviluppato l'aspetto cristologico. L'esperienza negativa (v. 7-10) si basa sul citato di Es 32, 6, che nell'interpretazione originaria di Paolo sottolinea il cambiamento dello stato interiore del popolo, a causa del quale Dio non si compiace con loro (v. 6). Origine di questo cambiamento rappresenta il desiderio delle cose cattive, che diventa anche la più profonda ragione per l'ammonimento dei cristiani di Corinto.