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Pozycja La Chiesa locale. I fondamenti ecclesiologici. E la sua missione nella teologia postconciliareSiwecki, Leon (Wydział Teologiczny Uniwersytetu Szczecińskiego, 2005)Pozycja Chrystologia pneumatologiczna w ujęciu Franciszka LambiasiegoSiwecki, Leon (Towarzystwo Naukowe KUL, 2011)Pozycja Iustificatio przez wiaręSiwecki, Leon (Wydział Teologiczny Uniwersytetu Szczecińskiego, 2005)Dopo tanti studi, dialoghi, dibattiti, congressi e soprattutto preghiere e conversione interiore, si sono potute eliminare o chiarire differenze derivanti da reciproche incomprensioni oppure erronee interpretazioni, nonché dai differenti linguaggi usati, raggiungendo così finora insperate convergenze su verità di fede riguardo tale argomento, fermo restando i particolari e differenti sviluppi teologici. Importante notare è che la Dichiarazione congiunta oltre che presentare non una nuova dottrina, ma l’effettivo sentire della fede convergente delle due Chiese, viene a chiarire il significato proprio dei residui, storici e caratteristici linguaggi, nonché dei differenti e accentuati sviluppi teologici, pur ancora bisognosi, questi, di ulteriori approfondimenti, sia da parte dei cattolici che dei luterani. Il documento non esprime una nuova dottrina quale risultato di un compromesso tra le parti, ma le conclusioni di un comune impegno per una equilibrata puntualizzazione dei diversi punti di vista, sia riguardo i dati essenziali sui quali si è già raggiunto un accordo, sia sulle proprie e diverse peculiarità che sono state almeno sufficientemente chiarite nei rispettivi enunciati. La dichiarazione congiunta non ha affatto un valore semplicemente accademico, sia pure relativo ad una dottrina di grande rilievo. Esso deve essere considerato di estrema importanza non solo sotto il punto di vista ecumenico, ma anche per quello eminentemente pastorale. Il documento ci ricorda che non dobbiamo perdere l’occasione per rendere sempre più concreta e significativa la percezione della totale gratuità della salvezza donataci dall’unico Mediatore o Redentore. La giustificazione è eminentemente dono di Cristo. Si deve ricordare dell’assoluta gratuità della salvezza, quale dono di Cristo ricevuto attraverso la fede in lui. „La giustificazione - è scritto nel documento - significa che Cristo stesso è la nostra giustizia, alla quale partecipiamo, secondo la volontà del Padre, mediante lo Spirito Santo. Cattolici e luterani confessiamo insieme che soltanto per grazia, nella fede nell’azione salvifica di Cristo, e non sulla base dei nostri meriti, siamo accettati da Dio e riceviamo lo Spirito Santo, che rinnova il nostro cuore e ci abilita e chiama alle buone opere” (n. 15).Pozycja Jednocząca moc Słowa Bożego w perspektywie Kościoła jako communioSiwecki, Leon (Arcybiskupie Wyższe Seminarium Duchowne w Szczecinie, 2003)La forza unificante della Parola di Dio nella prospettiva della Chiesa come communio Alcune ricorrenze neotestamentarie della nozione di koinonia ci permettono di constatare come l’idea dominante sia quella di partecipazione ad uno stesso bene, di possesso comune di una medesima realtà. Significando la partecipazione accordata da Dio in Cristo per mezzo dello Spirito al suo amore e alla sua vita e al tempo stesso la relazione che si determina fra tutti i cristiani in forza del dono divino, essa rivela la natura profonda della Chiesa stessa. Tale realtà comunionale è da comprendere, secondo le indicazioni che emergono dal Nuovo Testamento, in stretto rapporto con la Parola annunciata e accolta nella fede. Uno sguardo alla testimonianza biblica sulla Parola di Dio ci porta a cogliere la sua concezione contemporaneamente soteriologica, missionaria ed ecclesiologica. L’annuncio è elemento essenziale alla nascita, sviluppo e permanere della Chiesa poiché per suo mezzo la comunità viene convocata, viene resa possibile la fede nel Signore, vengono condotti i credenti al battesimo e in esso incorporati alla comunità. Si può affermare che prima di essere una comunità eucaristica e battesimale, la Chiesa dev’essere comunità evangelica, cioè convocata dalla Parola di Dio. E noto come la Chiesa con il Vaticano II approfondisca e rinnovi la sua comprensione della Parola di Dio. Si deve ricordare che questo rinnovamento ha la sua preistoria nel movimento biblico, patristico e liturgico, oltre all’interesse ecumenico. L’approfondita comprensione della Parola avviene prima di tutto, però non esclusivamente, nella costituzione dogmatica sulla divina rivelazione, la Dei Verbum. E sufficiente leggere i primi numeri della costituzione per prendere coscienza dello spostamento operato dal Vatican um II nell’affrontare il tema della rivelazione. Da una comprensione tendente a sottolineare la dimensione dottrinale, si passa all’accentuazione della rivelazione divina quale evento dell’automanifestazione salvifica di Dio in Cristo (DV 2-4). Si parla della rivelazione divina e della sua trasmissione, privilegiando, sia in rapporto al suo contenuto che al suo fine, la dimensione personale. Nel considerare la centralità della Scrittura nella Chiesa, il Vaticano II parla di un’identica venerazione che è riservata alla Scrittura e al Corpo eucaristico del Signore (DV 21). Tale affermazione viene sottolineata ed esplicitata attraverso il ricorso all’immagine delle due mense. Cristo è presente nella sua Parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura (SC 7). La costituzione Dei Verbum vede la Parola di Dio e conseguentemente la Scrittura come realtà dispensatrice di grazia. La Scrittura non ha solo una funzione conoscitiva. Possiede una valenza dinamica. Per la potenza dello Spirito, è nutrimento della fede, forza efficace di salvezza. Nella Dei Verbum vi è una comprensione della Scrittura come fonte di vita per la Chiesa e per il credente. Dai testi conciliari emerge una seconda serie di indicazioni. Esse riguardano la valenza ecclesiologica che riveste l’annuncio della Parola di Dio da parte della Chiesa. Nella costituzione Lumen Gentium si accenna soprattutto all’annuncio apostolico e al dovere che compete alla Chiesa di annunciare il Vangelo. Parlando della missione affidata agli apostoli dal Cristo di far discepole tutte le genti, si afferma che questi radunarono la Chiesa universale mediante la predicazione del Vangelo, accompagnata dall’azione dello Spirito. Il vangelo è perenne principio della sua intera vita (LG 19, 20). Alla luce dell’insegnamento conciliare e post-conciliare si può parlare di una dimensione al tempo stesso dinamica ed ecclesiologica della Parola di Dio I due aspetti sono intimamente connessi. La Chiesa, infatti, è la comunità di coloro che sono stati rigenerati dalla Parola viva di Dio. Da essa riceve nutrimento per la sua vita e per suo mezzo è madre poiché con la predicazione e il battesimo genera a vita nuova e immortale i figli, concepiti per opera dello Spirito Santo e nati da Dio (LG 64). Infine, occorre sottolineare che la Chiesa deve la sua esistenza alla Parola di Dio, è creatura verbi. Al tempo stesso è serva della Parola di Dio che le è donata nella Scrittura e nella tradizione. In quanto tale è anche ministra verbi. Si deve ricoradre che l’unità della Chiesa si realizza nella comunione e nell’annuncio della Parola.Pozycja Kościół jako „Corpus Mysticum Christi” według Emila MerschaSiwecki, Leon (Wydawnictwo Towarzystwa Naukowego Katolickiego Uniwersytetu Lubelskiego, 2017)The Triune God becomes the sense of the man, while the Church appears as a historical extension of the redemptive act of Christ. The perspective of the Church as the Mystical Body has been shown by Emile Mersch in the key of Jesus Christ. Ecclesiology properly understood is justified in christology. The life and activity of the Church must be conformed to life and work of Jesus Christ. The article presents the above questions in four thematic blocks: 1. Identity of the Church in Jesus Christ; 2. Ecclesiology read in the key of christology; 3. Visible and spiritual order of the Mystical Body; 4. Mystical Body as the place of man’s deification.Pozycja La storicità delle definizioni dogmatiche secondo la Dichiarazione «Mysterium Ecclesiae»Siwecki, Leon (Wydawnictwo Naukowe Papieskiej Akademii Teologicznej w Krakowie, 2004)Deklaracja „Mysterium Ecclesiae” (1973), wydana przez Kongregację Nauki Wiary, miała na celu wyjaśnienie niektórych prawd związanych z tajemnicą Kościoła, które w ówczesnym czasie były negowane bądź niewłaściwie rozumiane. Dokument wskazuje na niektóre błędy oraz prezentuje doktrynę katolicką. Treść deklaracji doskonale odzwierciedla linię doktrynalną soboru watykańskiego II. Artykuł przedstawia niektóre aspekty deklaracji, związane z kwestią historyczności twierdzeń dogmatycznych. Ukazuje zatem: zagadnienie nieomylności Kościoła; czynniki wpływające na wyrażenie objawienia; rozstrzygający walor definicji dogmatycznych. „Mysterium Ecclesiae”, wyraźniej niż dotychczasowe dokumenty Kościoła, rozpatruje walor dialektyczny dogmatu: jego niezmienność oraz historyczność. Dokument wskazuje na fundamentalną zasadę poprawnego rozumienia prawd wiary. Owo kryterium wyraża się w fakcie, że to nie funkcjonalność praktyczna ukazuje ortodoksję formuł dogmatycznych, lecz wręcz przeciwnie, to właśnie ortodoksja gwarantuje właściwe i autentyczne „uwspółcześnienie” deklaracji dogmatycznych. W każdej bowiem definicji dogmatycznej przedstawienie prawdy (element niezmienny) nieodzownie jest związane z „szatą językową”, która koniecznie winna być aktualizowana.Pozycja O Doktorze łaski syntetycznieSiwecki, Leon (Wydawnictwo Towarzystwa Naukowego Katolickiego Uniwersytetu Lubelskiego, 2015)Pozycja Relationship Between the Universal Church and the Local ChurchesSiwecki, Leon (Wydawnictwo Towarzystwa Naukowego Katolickiego Uniwersytetu Lubelskiego, 2018)In the relationship between the universal Church and the local Churches, two false options are generally excluded. The first underlines that the universal Church is the simple result of a federation of already existing local Churches. The second emphasizes that the local Church is simply an administrative subdivision or part of the universal Church. Though the universal Church is ontologically prior to the local Church, as the letter Communionis notio claims, yet the local Church is the concrete manifestation of the universal Church in a determined time and space, as the universal Church exists “in and from” the local Churches. The terms in the formula in quibus et ex quibus are equally essential as is the relationship between them.Pozycja The Kingdom of God in Jesus’ MessageSiwecki, Leon (Wydawnictwo Towarzystwa Naukowego Katolickiego Uniwersytetu Lubelskiego, 2019)In Jesus the Father wanted to establish the covenant definitely. Christ is the incarnate revelation of God who is “rich in mercy.” The Father's love is freely given in Jesus through the Spirit. Jesus perceived this as being the Kingdom of God that was to come through him into the world as God’s unconditional love which knows no limits in fulfilling the age old promise of salvation for every person and the whole of creation. “To carry out the will of the Father Christ inaugurated the Kingdom of heaven on earth” (LG 3).Pozycja Trinity and Church in the Light of Vatican II’s Constitution ‟Lumen Gentium”Siwecki, Leon (Wydawnictwo Towarzystwa Naukowego Katolickiego Uniwersytetu Lubelskiego, 2015)Konstytucja dogmatyczna o Kościele Lumen gentium przyczyniła się do pogłębienia analizy trynitarnego charakteru Kościoła. Relacja owa dotyka nie tylko natury początku Kościoła, ale odnosi się również do jego permanentnej struktury, zgodnie z twierdzeniem patrystycznym Ecclesia de Trinitate. Jego struktura jest de unitate Patris et Filii et Spiritus Sancti plebs adunata (LG 4). Ecclesia de Trinitate wskazuje nie tylko na fakt, że Kościół rodzi się z tajemnicy trynitarnej Boga, lecz także przypomina, że jego natura jest przeniknięta Trójcą. Życie oraz posłannictwo Kościoła można ująć, w sposób analogiczny, w perspektywie życia wewnątrztrynitarnego. Tym samym Kościół stanowi owoc Boskiego planu zbawienia. Bierze początek z odwiecznej i szczodrobliwej miłości Ojca (LG 2). Owa miłość objawiła się i zrealizowała poprzez wcielenie, śmierć i zmartwychwstanie Syna (LG 3) oraz poprzez nieustanną i ożywiającą obecność Ducha Świętego (LG 4). Należy jednak rozważnie wyrażać owe istotne relacje, unikając „nieuzasadnionych” i wymuszonych odniesień struktury Kościoła do natury Boga Trójjedynego. Warto bowiem pamiętać, jak przypomniał Kard. Ratzinger (OR 8.11.2000), o ostrożności wobec rozprzestrzeniającej się tendencji, która bezpośrednio transponuje tajemnicę trynitarną na strukturę Kościoła.Pozycja Znaczenie sensus fidei w KościeleSiwecki, Leon (Wydział Teologiczny Uniwersytetu Szczecińskiego, 2004)Il senso della fede è presente all’interno della comunità dei cristiani come una intuizione o comprensione della fede. Esso fa sì che i membri della Chiesa riescano a intuire la rivelazione di Dio e la dottrina della Chiesa come conforme alla verità divina. Questo carisma o capacità di discernimento viene dato a tutta la Chiesa dallo Spirito Santo ed è uno dei modi con cui i fedeli testimoniano la loro fede e scoprono la tradizione della Chiesa. Il senso della fede nasce dall’esperienza cristiana di partecipazione e condivisione della vita della grazia e permette di avere una comprensione sempre più grande del mistero che la sola intelligenza riflessa riesce a proporre. La riflessione si articola in sei punti essenziali. Dopo gli elementi introduttivi riguardo la terminologia e la storia, la seconda questione illumina la natura del sensus fìdei, che possiamo descrivere come la capacità di riconoscere l’esperienza intima dell’adesione a Cristo e di giudicare tutto, in base a questa intelligenza. Il terzo ha per oggetto la questione dell’essenza del consensus fìdelium. Il „senso della fede” che pur avendo la propria importanza in teologia, dev’essere preso in considerazione con una certa cautela. Nella quarta questione si rievoca la problematica dell’„autorità dottrinale” dei fedeli. Si cerca di spiegare che il „senso della fede” è tutt’altro dell’opinione pubblica oppure del referendum. Il quinto punto tocca il problema delle relazioni tra il Magistero e il „senso della fede” Quest’ultimo dev’essere sempre collocato nel contesto del Magistero della Chiesa. Da tutte le riflessioni risulta (la sesta questione) la necessità di promuovere la cultura religiosa dei laici perché comprendino sempre meglio come giudicare „le cose” della fede alla luce dello Spirito di Verità.