Jednocząca moc Słowa Bożego w perspektywie Kościoła jako communio

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Data

2003

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Wydawca

Arcybiskupie Wyższe Seminarium Duchowne w Szczecinie

Abstrakt

La forza unificante della Parola di Dio nella prospettiva della Chiesa come communio Alcune ricorrenze neotestamentarie della nozione di koinonia ci permettono di constatare come l’idea dominante sia quella di partecipazione ad uno stesso bene, di possesso comune di una medesima realtà. Significando la partecipazione accordata da Dio in Cristo per mezzo dello Spirito al suo amore e alla sua vita e al tempo stesso la relazione che si determina fra tutti i cristiani in forza del dono divino, essa rivela la natura profonda della Chiesa stessa. Tale realtà comunionale è da comprendere, secondo le indicazioni che emergono dal Nuovo Testamento, in stretto rapporto con la Parola annunciata e accolta nella fede. Uno sguardo alla testimonianza biblica sulla Parola di Dio ci porta a cogliere la sua concezione contemporaneamente soteriologica, missionaria ed ecclesiologica. L’annuncio è elemento essenziale alla nascita, sviluppo e permanere della Chiesa poiché per suo mezzo la comunità viene convocata, viene resa possibile la fede nel Signore, vengono condotti i credenti al battesimo e in esso incorporati alla comunità. Si può affermare che prima di essere una comunità eucaristica e battesimale, la Chiesa dev’essere comunità evangelica, cioè convocata dalla Parola di Dio. E noto come la Chiesa con il Vaticano II approfondisca e rinnovi la sua comprensione della Parola di Dio. Si deve ricordare che questo rinnovamento ha la sua preistoria nel movimento biblico, patristico e liturgico, oltre all’interesse ecumenico. L’approfondita comprensione della Parola avviene prima di tutto, però non esclusivamente, nella costituzione dogmatica sulla divina rivelazione, la Dei Verbum. E sufficiente leggere i primi numeri della costituzione per prendere coscienza dello spostamento operato dal Vatican um II nell’affrontare il tema della rivelazione. Da una comprensione tendente a sottolineare la dimensione dottrinale, si passa all’accentuazione della rivelazione divina quale evento dell’automanifestazione salvifica di Dio in Cristo (DV 2-4). Si parla della rivelazione divina e della sua trasmissione, privilegiando, sia in rapporto al suo contenuto che al suo fine, la dimensione personale. Nel considerare la centralità della Scrittura nella Chiesa, il Vaticano II parla di un’identica venerazione che è riservata alla Scrittura e al Corpo eucaristico del Signore (DV 21). Tale affermazione viene sottolineata ed esplicitata attraverso il ricorso all’immagine delle due mense. Cristo è presente nella sua Parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura (SC 7). La costituzione Dei Verbum vede la Parola di Dio e conseguentemente la Scrittura come realtà dispensatrice di grazia. La Scrittura non ha solo una funzione conoscitiva. Possiede una valenza dinamica. Per la potenza dello Spirito, è nutrimento della fede, forza efficace di salvezza. Nella Dei Verbum vi è una comprensione della Scrittura come fonte di vita per la Chiesa e per il credente. Dai testi conciliari emerge una seconda serie di indicazioni. Esse riguardano la valenza ecclesiologica che riveste l’annuncio della Parola di Dio da parte della Chiesa. Nella costituzione Lumen Gentium si accenna soprattutto all’annuncio apostolico e al dovere che compete alla Chiesa di annunciare il Vangelo. Parlando della missione affidata agli apostoli dal Cristo di far discepole tutte le genti, si afferma che questi radunarono la Chiesa universale mediante la predicazione del Vangelo, accompagnata dall’azione dello Spirito. Il vangelo è perenne principio della sua intera vita (LG 19, 20). Alla luce dell’insegnamento conciliare e post-conciliare si può parlare di una dimensione al tempo stesso dinamica ed ecclesiologica della Parola di Dio I due aspetti sono intimamente connessi. La Chiesa, infatti, è la comunità di coloro che sono stati rigenerati dalla Parola viva di Dio. Da essa riceve nutrimento per la sua vita e per suo mezzo è madre poiché con la predicazione e il battesimo genera a vita nuova e immortale i figli, concepiti per opera dello Spirito Santo e nati da Dio (LG 64). Infine, occorre sottolineare che la Chiesa deve la sua esistenza alla Parola di Dio, è creatura verbi. Al tempo stesso è serva della Parola di Dio che le è donata nella Scrittura e nella tradizione. In quanto tale è anche ministra verbi. Si deve ricoradre che l’unità della Chiesa si realizza nella comunione e nell’annuncio della Parola.

Opis

Słowa kluczowe

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Colloquia Theologica Ottoniana, 2003, nr 1, s. 66-83.

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