Colloquia Theologica Ottoniana, 2004, nr 1
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Przeglądaj Colloquia Theologica Ottoniana, 2004, nr 1 wg Temat "Biblia"
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Pozycja Błogosławieństwa na nowo odkryteCharytański, Jan (Wydział Teologiczny Uniwersytetu Szczecińskiego, 2004)Pozycja Historyczne Megiddo a apokaliptyczny HarmagedonBriks, Piotr (Wydział Teologiczny Uniwersytetu Szczecińskiego, 2004)Die über 100 Jahre dauernden archeologischen Untersuchungen beweisen wie gross und mächtig die Stadt in Laufe ihrer Geschichte war. Die ersten Spuren der Besiedlung sind auf den ó.Jahrtausend datiert, die letzten auf die persische Periode ca. 500 Jahre v.C. Megiddo dank der besonders günstigen Lokalisierung (am Rande der sehr fruchtbaren Ebene und an der Kreuzung der wichtigsten Wegen dieser Region im Altertum) hat sich in eine sehr reiche und bedeutende Stadt entwickelt. Von seiner Bedeutung bezeugen die in allen Archiven der Nachbamländer bewahrten Texten. Die bekanntesten von ihnen sind die Beschreibung des Krieges des Pharaos Tutmoses III gegen König von Megiddo und die Briefe vom Megiddo König an Pharao Amenhotep III und IV, in denen wird über die Gefährdung von der Seite der gewissen Labayu (König von Sichern) berichtet. Die zahlreiche Batalien, die bei Megiddo stattfanden, wurden wahrscheinlich zum wichtigsten Grund, warum der Verfasser der Offenbarung eben die Stadt als ein Symbol der letzten Krieges auserwählt hat. Der Artikel stellt die Grundriss der Geschichte von Megiddo, archäologische Sehenswürdigkeiten und versucht aufgrund der Geschits- und Textanalyse auf die Frage nach der Bedeutung des apokalyptischen Harmagedon zu antworten.Pozycja Modlitewny lament Hioba in articulum mortis (Hi 30,20-23)Posadzy, Andrzej (Wydział Teologiczny Uniwersytetu Szczecińskiego, 2004)Il lettore attento dell’Antico Testamento si confronta quasi immediatamente con un fenomeno che non può sfuggirgli e che quanto meno lo stupirà: nella Bibbia ebraica, con l’eccezione del Salterio, è molto rara la preghiera come espressione di devozione privata. Forse per spiegare questa realtà basta dire che tutta la vita dell’Ebreo, privata o pubblica, è un’incontro con Dio. L’uomo ebraico antico è molto realista e piuttosto estroverso, sembra aver poco tempo per la vita interiore e per la pietà ad essa connessa. Contrariamente agli altri il libro di Giobbe si potrebbe definire tutto una preghiera. Dentro di esso si ne troviamo diverse: la preghiera serena e pura, preghiera drammatica, gli inni di lode, la preghiera diretta a Dio. Una delle più belle incontriamo nel capitolo trentesimo del Libro (30-20-23). È una preghiera in articulo mortis dell’ora della verità su Dio e su l’uomo: è una preghiera di «agonia», di lotta che si conclude nella pace silenziosa e adorante dell’uomo. Giobbe descrive la sua situazione presente in cui lui è umiliato e deriso, osteggiato e abbandonato da tutti, pieno di sofferenze e angosce spirituali e corporali ma il responsabile di tutto questo soffrire è Dio, chi è diventato un nemico crudele. Dopo che il lamento e la supplica di Giobbe diventano accusa, ma non mai bestemmia. Giobbe non trova facile rifugio, ma non sa staccarsi dal suo Dio. Vede invece che la sua preghiera è inutile: Dio tace e sembra assente. Anzi sembra scagliare il mondo stesso coi suoi elementi sconvolti (il vento e la bufera) contro un povero uomo. Il problema è del dolore vissuto dentro la fede in Dio anche questo è primo motivo di parlare con Dio nel lamento. Giobbe, nei vv. 20-23, rimane solo nella scena per ricordare il tempo passato felice, poi si lamenta della sventura ora presente in netto contrasto con il passato. Giobbe sente il dolore fisico nella carne e ossa e nelle viscere, la pena oscura dell’anima, l’angoscia della morte e sopratutto l’ostilità di un Dio divenuto carnefice.Pozycja Odpowiedzi na 101 pytań o Psalmy i inne PismaZaklukiewicz, Tomasz (Wydział Teologiczny Uniwersytetu Szczecińskiego, 2004)Pozycja Podróże po Egipcie faraonówBriks, Piotr (Wydział Teologiczny Uniwersytetu Szczecińskiego, 2004)Pozycja Sprawozdanie z sympozjum „Archeologia a Biblia”. UKSW - Warszawa - 13.V.2004Briks, Piotr (Wydział Teologiczny Uniwersytetu Szczecińskiego, 2004)