Częstochowskie Studia Teologiczne, 1981-1982, T. 9-10
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Przeglądaj Częstochowskie Studia Teologiczne, 1981-1982, T. 9-10 wg Temat "Body of Christ"
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Pozycja Komunia pod dwiema postaciami w pracach i nauce Soboru Watykańskiego II oraz w dokumentach posoborowychMielczarek, Józef (Częstochowskie Wydawnictwo Archidiecezjalne "Regina Poloniae", 1982)L’Eucaristia costituisce il centro della vita della Chiesa, la santa comunione invece diventa il suo scopo primario. Per questa ragione la riflessione religiosa del cristianesimo ritornava continuamente ad essa nel corso dei secoli chiarificando i suoi misteri, oppure difendendola contro gli errori. Fra numerose discusioni concernenti l’Eucaristia nella storia della Chiesa il problema dell’ amministrazione del Santissimo Sacramento dai fedeli è diventato il problema principale. Il desiderio del teologo Giovanni Adamo Möhler dal XIX sec., affinché sia appagato „il comune desiderio del calice del amore e dell’unita” è state adempito nella metà del XX secolo. Questo desiderio è nato non dal protesto riformatore contro la Chiesa ma „dal profondo amore della sua santa liturgia”. Il movimento ecumenico invece vede in comunione del calice un elemento importante che favorisce l’unità dei cristiani. Incontro a queste tendenze e desiderii è venuto fi Concilio Vaticano II. All’inizio il problema sopra indicato è stato sollevato soltanto nei 17 voti, però nel corso dei lavori del Concilio prendeva sempre più chiare ed audace forme. Nell dibattito conciliare si sono delineate due opposte oppinioni sul problema della comunione e tutto sembreva essere una esplicita ripercussione delle discussioni in questa materia dei secoli passati. La decisione del Concilio sulla restituzione della comunione sub utraque specie costituiuna generale base dottrinale-giuridica per successiva realizzazione di tale pratica nella Chiesa. Tutto sommato soltanto i documenti postconciliari hanno fornito le norme esecutive, hanno motivato nel modo più largo la innovazione introdotta ed hanno fissato la sfera e le condizioni per far uso da questa nuova possibilità. La Chiesa ricca delle esperienze del passato ha usato in questo caso il metodo giusto per inrodurre la comunione sotto le due spezie nella pratica pastorale. Vedendo le ragioni veramente importanti ha deciso restituire la comunione del calice ai laici e contemporameamente ha voluto in modo possibilmente efficace assicurare la dignità e la corretta comprensione di questo sacramento. Perciò la Chiesa ha assicurato giustamente il privileggio stesso attraverso le diverse condizioni pastorali, affinché l’amministrazione della comunione sotto le due spezie entrava nella vita della Chiesa gradatamente e dapertutto là, dove giustifica questo il livello della vita spirituale delle persone singole e delle comunità. Indubbiamente diventa molto interessante la proposta di prendere in considerezione questo problema anche nello schema del Diritto Sacramentale. Il canone 86 dello schema in paragrafo 1, rispettando la precedente prescrizione del can. 852 CIC sull’amministrazione della comunione soltanto sotto la spezie del pane, introduce contemporaneamente il principio alternativo, secondo quale l’Eucaristia può essere amministrata anche sotto entrambi spezie, sempre però conformemente con le norme del diritto liturgico. Secondo le norme del diritto liturgico, la comunione sotto la spezie del pane è la forma ordinaria, la comunione sotto le due spezie invece la forma straordinaria. Grazie a questo la fondamentale idea del canone diventa generale, che mutabili norme liturgiche non possono intaccare.