Posłuszeństwo kapłańskie w świetle nauki soboru watykańskiego II

Abstract

L’obbedienza sacerdotale è oggi, senza dubbio, uno dei problemi più delicati ed angosciosi. I sacerdoti di oggi hanno assoluto bisogno di chiarezza di idee e di motivazioni valide. Nello studio delincamo l’ontologia dejobbedienza sacerdotale, cioè la natura e il carattere del) obbedienza ed il suo valore salvifico e meritorio. Dobbiamo dire che l’obbedienza sacerdotale secondo la dottrina conciliare è ordinata al bene oggettivo della Chiesa, cioè alla salvezza delle anime che è il bene comune e massimo della comunità ecclesiale. L’obbedienza del sacerdote è essenzialmente di ordine pastorale e ministeriale e non va confusa con quella dei religiosi. Il sacerdote non è considerato un semplice esecutore o consigliere della volontà del vescovo, in quanto, in virtù della sua Ordinazione, egli riceve una vera grazia pastorale, la quale, sebbene distinta da quella del vescovo, partecipa in qualche modo realmente del carisma episcopale e cioè del carisma di pastore e di guida. L’obbedienza sacerdotale perciò non consiste tanto nella sottomissione passiva alla volontà del vescovo, quanto in una comunione attiva della volontà del sacerdote con quella del vescovo. Essa quindi esige che il vescovo non si lim iti a impartire ordini, a vincolare e condizionare il suo comportamento nel rapporto con i suoi sacerdoti e a considerarsi il padrone e il sovrano di tutte le azioni ecclesiali, ma partecipi ai suoi sacerdoti quello spirito che li rende veramente pastori dei fedeli affidati alle loro cure e si apra alla voce dello Spirito Santo che anima e guida la Chiesa.